Negli ultimi anni le tecniche chirurgiche hanno subito una notevole trasformazione e le problematiche di apprendimento per gli specialisti, in formazione e non, possono essere così riassunte:
1. Modalità di addestramento. L’apprendimento delle tecniche chirurgiche, soprattutto di quelle più complesse, deve avvenire in primo luogo sul cadavere e solo successivamente quanto appreso in laboratorio dovrebbe esser effettuato sul paziente. Per una serie di ragioni, legate principalmente alla sensibilità dell’opinione pubblica e agli ostacoli posti dalla normativa vigente riguardante l’utilizzo
dei cadaveri per esercitazioni chirurgiche, in Italia questa modalità di addestramento è ancora oggi molto difficile. Ciò comporta troppo spesso l’esecuzione di interventi chirurgici anche delicati da parte
di chirurghi che non hanno potuto avere il necessario e corretto training in una laboratorio di dissezione anatomica, con le conseguenze immaginabili.
Pertanto l’unico sistema per preparare gli specializzandi ed i giovani specialisti ad una chirurgia di elevata qualità senza “sperimentare” o “provare” in vivo è l’esercizio sul cadavere. Ciò consente di
apprendere tecniche complesse da colleghi più esperti, di praticare e verificare sul cadavere quanto appreso e di proiettarlo nella pratica chirurgica quotidiana, con evidenti risvolti favorevoli per i pazienti sia in termini di efficacia che di maggiore sicurezza del trattamento.
2. La forte diffusione di nuove tecnologie e di tecniche chirurgiche minimamente invasive ha portato ad un notevole miglioramento della qualità della cura, al costo di un aumento della complessità tecnica degli interventi ed una conseguente significativa crescita del tempo necessario per l’apprendimento delle relative procedure.
3. Diminuzione del tempo disponibile per l’addestramento. Il periodo di evoluzione delle tecnologie chirurgiche si sta accorciando continuamente ed è molto più corto della durata media della vita
professionale di un chirurgo. Come conseguenza, sta diventando sempre più pressante la necessità da parte dei professionisti di partecipare a corsi teorico-pratici di aggiornamento ed addestramento sul cadavere, anche da parte di chirurghi esperti e nel pieno dell’attività lavorativa.
4. Aumento delle responsabilità legali. E’ profondamente cambiata la percezione dell’attività dei medici da parte dell’opinione pubblica: il chirurgo è assimilato alla figura di un professionista con la
sempre più frequente possibilità di un’azione legale da parte del paziente nel caso non sia soddisfatto degli esiti dell’intervento.
Sebbene in Italia via sia una importante e secolare tradizione di dissezione su cadavere e di studi anatomici (Leonardo Da Vinci, Vesalio, Pacchioni, Morgagni, Rolando, Golgi, etc), la normativa
vigente nel nostro Paese rende impossibile disporre di cadaveri per esercitazioni anatomo-chirurgiche e quindi per la realizzazione di laboratori attrezzati per tale uso. Nonostante questa forte esigenza, in pochissimi centri italiani (Milano-Ospedale Niguarda; Arezzo-Nicholas Foundation) è presente un laboratorio permanente di dissezione su cadavere (importando gli specimens dagli Stati Uniti), cosa invece molto diffusa negli altri paesi Europei. In tali Paesi il laboratorio permanente di chirurgia consente un idoneo training per gli specializzandi ed chirurghi più giovani di varie discipline e permette anche ai colleghi più “anziani” di approfondire e verificare in modo continuativo le proprie conoscenze anatomiche, di migliorare la propria manualità, di apprendere nuove strategie chirurgiche, di utilizzare nuovi materiali e nuova tecnologia e di perfezionare la preparazione tecnica necessaria per lavorare in maggiore sicurezza sul paziente affetto da patologie complesse e delicate.