Un programma di nuovi dispositivi per la neurochirurgia rafforza la collaborazione tra il San Filippo Neri di Roma e il grande Takanori Fukushima
Sono pronti e già in commercio i primi due dispositivi “single-use” per interventi di neurochirurgia. Idee semplici quanto efficaci. In linea con la ricerca e l’esperienza di chi nel mondo rappresenta la punta avanzata delle tecniche meno invasive: Takanori Fukushima.
Sono solo l’inizio di un programma più ampio e ambizioso, nato dalla collaborazione tra Takanori Fukushima e Luciano Mastronardi, primario della neurochirurgia del San Filippo Neri. Centro che si conferma d’eccellenza per gli interventi su patologie cerebrali e vertebrali complesse.
Fukushima è riconosciuto come uno dei migliori neurochirurghi al mondo, per numero di casi trattati e percentuale di successo. Le sue specializzazioni riguardano tumori alla base del cranio, neurinomi dell’acustico, aneurismi, emispasmo facciale, nevralgia trigeminale e malformazioni arteriovenose del cervello, oltre ai disturbi dell’ipofisi.
Professore alla Duke University Medical Center e alla West Virginia University Medical Center, in Europa è stato nominato Professore Onorario all’Istituto Karolinska di Stoccolma, all’Università di Francoforte e all’Università di Marsiglia.
Mastronardi, che ne è stato allievo, è oggi nel Board of Directors della sua INERF: International Neurosurgical Education and Research Foundation (www.inerf.org).
Questa Fondazione, in accordo con la gemellata PENSA (Progetto Evoluzione della Neurochirugia del San Filippo Neri), diretta da Mastronardi, è impegnata nella divulgazione della tecnica microchirurgica di Fukushima, definita “key-hole”, tramite stage, pubblicazioni, meeting, corsi.
E anche nella creazione di nuovi dispositivi e strumenti chirurgici per queste sofisticate procedure.
Il test di mercato conferma l’interesse di molti ospedali italiani per il programma cui appartengono questi primi dispositivi disegnati da Fukushima e Mastronardi: uncini-divaricatori usa e getta e cannule di aspirazione con tubo flessibile, anch’esse usa e getta.
Altri dispositivi sono in via di elaborazione nel segno di una collaborazione quasi trentennale.
Riferimenti: