La Neurochirurgia (Neurologia Chirurgica) è una specialità della Chirurgia dedicata al trattamento di malattie e condizioni morbose del sistema nervoso centrale e periferico, nonché della colonna vertebrale e del suo contenuto. Pertanto ogni procedura chirurgica che interessi il sistema nervoso e i suoi “involucri” (cranio, colonna vertebrale, meningi) è praticata dal Neurochirurgo.
Va comunque ricordato che la colonna vertebrale è anche un campo di competenza ortopedica e che attualmente il trattamento delle patologie vertebrali è affidato ad entrambe.
La specializzazione in Neurochirurgia si ottiene dopo la Laurea in Medicina e Chirurgia con un corso Universitario di 5 anni durante il quale il medico quotidianamente viene a contatto con pazienti affetti da varie patologie neurologiche suscettibili di trattamento chirurgico, imparando sul campo la diagnostica clinica e strumentale, le indicazioni chirurgiche ad ogni singola patologia (elettiva o urgente), la tecnica chirurgica ed il corretto “management” del paziente nel post-operatorio, anche con cognizioni rianimatore specifiche.
Le patologie neurochirurgiche possono essere inquadrate come segue:
- patologie cerebro-vascolari: emorragie ed ematomi cerebrali spontanei o provocati dalla rottura di aneurismi o angiomi intracranici;
- tumori cerebrali e del midollo spinale e dei loro involucri:
- tumori del cranio (della volta e della base) e cranio-facciali;
- tumori vertebrali;
- tumori delle meningi craniche e spinali (meningiomi);
- tumori delle guaine dei nervi cranici e dei nervi spinali (neurinomi);
- tumori ipotalamo-ipofisari (adenomi, craniofaringiomi);
- tumori primitivi (astrocitomi, gliomi) del sistema nervoso centrale;
- tumori metastatici provenienti da altri organi;
- traumi cranici e vertebrali
- patologia degenerativa della colonna vertebrale;
- ernie discali (cervicali, toraciche e lombari);
- mielopatia spondiloartrosica cervicale;
- stenosi del canale vertebrale (cervicale e lombare);
- spondilolistesi (degenerativa e malformativa-displastica);
- patologia del sistema nervoso periferico: intrappolamento di nervi (tunnel carpale, ulnare al gomito, etc), neoplasie (neuromi, etc), traumatica;
- neurochirurgia funzionale e stereotassica (m. di Parkinson, distonie, biopsie);
- terapia chirurgica del dolore (nevralgia del trigemino, altre algie facciali, etc).
Nonostante i progressi tecnologici nella diagnosi, nelle tecniche chirurgiche, anestesiologiche e rianimatorie i rischi e le complicanze di alcuni interventi neurochirurgici sono ancora significativi, soprattutto per ciò che riguarda i tumori della base del cranio, le malformazioni vascolari cerebrali e le complesse patologie vertebro-midollari.
In rapporto alla patologia trattata, gli obbiettivi ideali di un neurochirurgo del XXI Secolo dovrebbero essere:
- fornire ai pazienti la cura della malattia o il prolungamento della vita con una qualità la più alta possibile,
- offrire ai pazienti l’opportunità di migliorare i sintomi o almeno di stabilizzarli;
- ridurre al minimo il rischio chirurgico di complicanze;
- cercare di procurare una minima alterazione biologica, che si traduce in un atteggiamento di minore invasività, a carico soprattutto del target chirurgico;
- ottimizzare il recupero postoperatorio, senza o con l’ausilio di trattamenti riabilitativi, per un rapido ritorno alle attività quotidiane;
- costi contenuti;
Ma naturalmente, anche nel XXI Secolo, il Neurochirurgo è incarnato da un uomo o da una donna che, pur lavorando secondo Scienza e Coscienza, sono imperfetti, così come l’uomo o la donna che si trovano a dover curare. I grandi progressi tecnologici hanno fornito nuove informazioni e nuovi strumenti per lavorare con maggiore sicurezza ed efficacia, ma è inverosimile pensare che in futuro si arriverà a trattare le patologie neurochirurgiche senza rischi –seppur minimi- di mortalità e morbilità.
E’ per questo che ancora oggi la Neurochirurgia è disciplina affascinante, entusiasmante, ma in alcune situazioni ancora frustrante.